
Lettrici e Lettori carissimi,
a poco più di tre mesi dall’inizio dell’emergenza stravolgente legata al Covid-19, siamo in questi giorni tutti impegnati – come persone e come manager e professionisti – a fare il punto della situazione e i conti rispetto agli effetti e agli strascichi che in particolare il periodo di “lockdown” ha prodotto sul sistema complessivo sociale ed economico del nostro Paese, oltre che sulle nostre aziende. Tutto ciò in un contesto di perdurante incertezza che, seppur caratterizzato da metà maggio in poi da un sensibile miglioramento della curva del contagio, d’altra parte continua a sviluppare casi limitati di pericolosi focolai e comunque, in parallelo alle progressive decisioni di allentamento delle misure di restrizione sulla mobilità e sulle possibilità di contatto e aggregazione delle persone, lascia tutti noi di fronte a uno scenario di preoccupante indeterminatezza su come realmente evolverà in estate e nell’ultima parte dell’anno il quadro generale.
Da ciò derivano profonde complessità nel pianificare, sia con riferimento agli aspetti più semplici, legati alla nostra vita personale – penso ad esempio alle decisioni relative a se e come organizzare l’ormai prossimo periodo di vacanze estive – sia a quelli più difficili e onerosi, direttamente collegati al contesto delle scelte strategiche e della pianificazione di breve e medio termine (il lungo appare davvero non approcciabile) in azienda. Eppure, è proprio sulla possibilità e sulla capacità di pianificare con attendibilità e razionalità gli andamenti del prossimo futuro che si giocano gran parte delle opportunità, per le nostre imprese, e quindi per il Sistema Paese complessivo, di trovare la via per una efficace ripartenza e ripresa di un cammino che avevamo già visto essere comunque difficile anche prima dello “tsunami Covid”.
E tutto questo, se da un lato si lega certamente alla necessità di poter disporre al più presto di un quadro chiaro e affidabile di misure di intervento e di risorse finanziarie che il Governo e le Istituzioni devono riuscire a immettere rapidamente nel circuito economico e finanziario con la dovuta attenzione nel dare priorità a quegli interventi verso le realtà più sane, che possano garantire l’“effetto volano” necessario a dare spinta agli investimenti (soprattutto infrastrutturali) e alle riforme di sistema di cui il Paese ha particolare bisogno, dall’altro lascia alle aziende stesse – e quindi a noi CFO al loro interno – il compito di riuscire a rileggere intelligentemente i modelli di business alla luce della tremenda esperienza della crisi tuttora in corso, così da renderli il più possibile flessibili senza però reinventarli del tutto o “smantellarli”, in particolare laddove nel pre-Covid avevano dimostrato di essere vincenti.
Tutto ciò per affrontare i nuovi scenari di mercato con un sistema di imprese che sappia farsi trovare pronto a rispondere a una domanda che, per un periodo sicuramente ancora lungo, avrà variato le sue caratteristiche ma che ragionevolmente in un contesto definito “new normal” tornerà a riavvicinarsi ai comportamenti del passato, con un mix di esigenze che dovremo dimostrare di aver letto correttamente in anticipo.
Intanto, in questi lunghi mesi di forzato e allargato “fermo macchina” tutti noi, e con noi le organizzazioni di cui facciamo parte, abbiamo in gran parte sperimentato modi diversi di scambiare informazioni e di lavorare. L’emergenza ha determinato un’incredibile e positiva accelerazione di utilizzo, nel concreto, delle tecnologie digitali e degli strumenti e piattaforme del “lavoro in remoto” (che non definirei, come viene comune fare, “smart working”, modalità che presume una organizzazione “agile” dell’esperienza on line che solo in minima parte è stata possibile in questo periodo) che in condizioni normali avrebbe impiegato anni per realizzarsi.
Anche ANDAF, evidentemente, ha dunque lavorato per “tradurre la minaccia in opportunità” sui diversi fronti delle sue attività. Colgo quindi l’occasione per ringraziare tutti coloro che, all’interno dell’Associazione (a partire dai Membri del Consiglio Direttivo e dell’Advisory Council, per passare ai Presidenti di Sezione e dei Comitati Tecnici insieme ai tanti Soci sul territorio, così come ai Membri dei Comitati stessi, per chiudere con la nostra Segreteria Generale) hanno contribuito con grande capacità e determinazione, insieme ai partner e sponsor che anche in questa occasione ci sono stati vicini, a dare i giusti indirizzi o a lavorare per trasformare in poche settimane le iniziative tradizionali che ci hanno sempre visto operare aggregando fisicamente le persone (il riferimento è al mondo della formazione, con in particolare i corsi di “ANDAF Education” e i nostri Master, ma anche ai Forum e Convegni) in veri e propri percorsi di esperienza digitale, attivando piattaforme web che hanno permesso e permetteranno nei prossimi mesi di confermare in modalità diversa e innovativa che manterremo sicuramente nel mix di offerta anche nel post Covid, quel contributo di sostanza e qualità alla crescita culturale e professionale dei nostri Soci e di tutti coloro che si vogliono avvicinare ad ANDAF, che è sempre stato uno degli obiettivi fondamentali del piano dell’Associazione.
Venendo, infine, al numero della Rivista che vi accingete a leggere, tenuto conto appunto della centralità dell’emergenza sanitaria e dei tanti temi di approfondimento che ANDAF ha ospitato in questi mesi anche sul suo sito, tutti gli articoli affrontano – grazie all’apporto di amici e colleghi manager e professionisti di altissimo profilo – le diverse sfaccettature che la pandemia ha prodotto nei diversi ambiti che guardano agli scenari sia macro che micro riferiti alla vita e alla gestione delle nostre aziende. Fra i vari articoli si passa infatti dalle valutazioni sul possibile rilancio dell’Italia a seguito delle attese risposte da parte dell’UE, agli approfondimenti più specialistici derivanti dalle analisi dei nostri Comitati Tecnici, ovvero sul fronte degli impatti sulla liquidità, della “business continuity”, del “risk management” e dell’organizzazione in senso lato, per chiudere su temi quali le tecnologie digitali e la fiscalità internazionale con le sfide conseguenti derivanti dal Covid.
Buona lettura a tutti voi, con la speranza che l’estate aiuti a debellare le radici del contagio per permettere a tutti noi di vivere e affrontare con minori incertezze e, auspicabilmente, maggiori punti di riferimento la parte finale di questo imprevisto e inusitato 2020.
Roberto Mannozzi
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