ANDAF Magazine n. 2-2023

Cari amici,

incredibile, è già passato un anno. Un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, da quelle prime bombe che abbiamo faticato a creder vere, quasi fossimo finiti per errore sul set di un film.

E tutto questo è successo alle porte dell’Europa che – seppur non direttamente coinvolta nelle azioni militari – si è nettamente schierata a sostegno dell’Ucraina, inviando armi e aiuti. Si può realmente dire quindi che l’Europa oggi non sia di fatto in guerra? Non vediamo armi e devastazione nelle nostre strade, non siamo a Kiev, continuiamo a condurre la stessa vita di sempre. Ma anche se il conflitto si svolge fisicamente altrove, non siamo per questo meno coinvolti. E per di più nessuno sa dire quanto ancora durerà questa terribile e logorante guerra, quali scenari si delineeranno alla sua auspicata conclusione. Di certo sappiamo d’esser sulla soglia di una nuova trasformazione radicale nell’assetto mondiale. Un cambiamento di paradigma che comporterà importanti conseguenze politiche ed economiche per il nostro futuro.

Già un anno fa, quando il concetto stesso di globalizzazione sembrava ormai messo pesantemente in discussione dalle vicende in atto, ci chiedevamo quale panorama si prospettasse all’orizzonte. E se oggi dobbiamo certamente abbandonare la chimera di un’economia globale, anche l’idea di un multipolarismo “cooperante” sembra essere difficilmente attuabile. E quindi, cosa dobbiamo aspettarci?

Facciamo un passo indietro. Nell’immediato secondo dopoguerra, dopo la sconfitta del nazifascismo, abbiamo assistito alla nascita di un nuovo ordine mondiale, nettamente bipolare, che vedeva contrapposte due differenti e incompatibili visioni del mondo sostenute da due Superpotenze, entrambe supportate da grandi schieramenti internazionali: gli Stati Uniti d’America da un lato e l’allora Unione Sovietica dall’altro.

In un incessante alternarsi di tensioni e distensioni, abbiamo vissuto così quasi mezzo secolo di guerra fredda, che ha avuto come positiva conseguenza il mantenimento di un equilibrio dinamico e di una sostanziale pace nel mondo, in cui l’Europa ha assunto il ruolo di cerniera. Ecco, oggi ci troviamo di fronte a un nuovo spartiacque. A 78 anni dalla Conferenza di Jalta, l’Europa e – più in generale – il mondo occidentale che conosciamo non saranno più gli stessi. Anche la nostra alleanza atlantica uscirà cambiata da questo conflitto, difficile dire se rafforzata o indebolita.
E all’orizzonte sembra delinearsi, inevitabile, un nuovo assetto bipolare nelle politiche e nell’economia del nostro pianeta. Come nel simbolo orientale del Tao, che rappresenta il divenire di tutte le cose espresso attraverso un movimento che oscilla tra due estremi.

Ma non è chiaro chi, e a quali condizioni, costituirà i due poli. Se sarà una retorica ideologica o piuttosto economica a prevalere in questo futuro braccio di ferro, che vedrà sullo sfondo un Sud globale popolato di Paesi in graduale ascesa. Da un lato possiamo immaginare a fianco degli USA una buona parte d’Europa e il Giappone, ma questi attori avranno domani la stessa rilevanza assunta in passato?

Se cerchiamo di ipotizzare il potenziale schieramento antagonista, l’incertezza sui partecipanti e soprattutto sull’individuazione del suo leader diventa certamente maggiore. Quali scenari dobbiamo prevedere per la Russia, che potrebbe uscire da questo conflitto non vittoriosa o comunque verosimilmente in difficoltà dopo uno sforzo così oneroso e prolungato per l’intera nazione e per la sua economia?

È inevitabile guardare anche agli altri Paesi dell’acronimo BRICS. Troveremo sempre la Cina sull’altro piatto della bilancia? E quale ruolo giocherà l’India, che potrebbe iniziare a scaldarsi a bordo campo e divenire arbitro di una nuova coalizione emergente?

Sono molti gli interrogativi ai quali oggi è difficile dare una risposta certa. Per guardare con più chiarezza e lungimiranza al futuro, cercheremo di approfondire insieme questo complesso scenario in occasione della celebrazione per il CFO Award 2023, che si terrà a Milano il prossimo 11 luglio. Il Premio, che organizziamo insieme ad Accuracy e in collaborazione con Borsa Italiana ed Elite, giunge quest’anno alla sua settima edizione. Possono parteciparvi CFO e Direttori Amministrativi e/o Finanziari che si sono particolarmente distinti per qualità, intuizione, professionalità e spirito di squadra, valori che hanno caratterizzato l’attività di Romano Guelmani, cui è dedicato questo Riconoscimento. Affrettatevi dunque a candidarvi o candidare entro il prossimo 30 maggio.

Ed ora un’importante anticipazione. Sono iniziati i preparativi per il nostro XLV Congresso nazionale “Enterprise servant. Management e capitali a servizio della vera natura dell’impresa”, che si svolgerà dal 5 al 7 ottobre prossimi a Pescara, accolto in una location di grande fascino: l’azienda vitivinicola Di Sipio, dove potrete godere di fantastici scorci tra le fertili colline abruzzesi e l’azzurro mare di questa regione. Si parlerà dell’impresa e del profitto non più inteso solo come fine, ma in quanto mezzo per il raggiungimento dello scopo ultimo dell’impresa stessa; volgeremo lo sguardo ai soggetti che la abitano (azionisti e management in primis) e che sono al suo servizio, ai capitali pazienti che come linfa aiutano la maturazione dei processi e dei prodotti prima di essere remunerati. Tratteremo di questo e di molto altro, e avremo l’occasione di metterci personalmente alla prova in un’emozionante competizione sui mari dell’Abruzzo. Non perdete quindi le novità che a breve saranno pubblicate sul nostro sito e, soprattutto, save the date!

 

Buona lettura

Agostino Scornajenchi

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